La società di Melville
a Claudia Ruggeri
La società… alveare, monogamica, tripartita, assente, disorganica.
Ecco il mondo di Alcatraz si ricrea come arte povera comprata per contraffazione.
Un costrutto di logos e techne, (πότνια)
personificazione divina dell’arte,
di anime belle e di esclusi.
La società ha infiniti volti e mondi e tempi,
si vive nell’appartenenza di possesso,
e si scappa per trovare sempre altre società per vivere.
La società è stata nel secolo scorso degli ultimi 20 30 anni un luogo sicuro
ora è solo un rifugio di molti assediati in patria
un escamotage per obliare e ovviare le perdite di umanità.
Claudia Ruggeri è stata una poetessa salentina dal contenuto di opere e dal vissuto molto intenso e precoce. La sua vita è stata molto breve. I suoi componimenti poetici si rifanno a uno stile espressivo del Surrealismo di A. Breton e delle Avanguardie del novecento del XX secolo. La sua opera principale dal titolo Poesie: “inferno minore e pagine del travaso” è suddivisa in altri poemetti tra i più significativi denominati Matto 1, Matto 2 e Matto 3 e Matto 4 con riferimenti allegorici alla spiritualità teologica della Divina Commedia di Dante Alighieri. In questi brevi poemetti la poetessa parla del suo vissuto di sofferenza segnato da psicosi allucinatorie e disturbi psichici e da un suicidio pre-annunciato avvenuto all’età di 29 anni.
La prima caratteristica poetica che viene in mente della descrizione del suo contenuto poetico riguarda la “simbologia dell’espressione del colore bianco” come elemento simbolico puro e incontaminato che esprime un segno di turbamento e alienazione mentale. Il vuoto spirituale ed esistenziale per la poetessa è anche sinonimo di fatuo, privo di confini, pensieri oziosi ed inconcludenti. Nel primo componimento della sua opera dal titolo: inferno minore o ovvero il matto si descrive perfettamente la condizione di una ricerca teologica del bene cioè di Dio senza risultato… il senso di testardaggine di colui che consapevolmente e anche follemente segue la vita nelle difficoltà tagliando in due il proprio destino a volte per vie traverse produttivamente (consapevolezza del dolore) a volte una corsa senza senso e senza significato.
Gli altri suoi componimenti poetici come nel “Lamento dello straniero” si registra un eccesso di bisogno di conoscenza che genera sempre più dolore e disperazione date le prese realistiche eccessivamente acute con cui il delirio acquista lucidità e soffre. Le sue poesie sono a volte deliranti perché gettate nell’imponderabilità di prospettive conoscitive future che appaiono sempre più indefinite e incerte. Alla base di tutto il suo dolore vi è una mancanza nelle linee chiare e razionali di ricerca poetica di esattezza e rispecchiamento della realtà indagata, studia il fenomeno esistenziale in modo erroneo ed in modo poco reale e pratico.
Con la sua ricerca poetica negli anni 80 voleva sottolineare l’assoluto ritorno ad una determinata soggettività conoscitiva sul piano filosofico (la realtà non è oggettiva ma soggettiva in base alle nostre possibilità e capacità) che vive e interpreta la realtà isolatamente dal mondo materialista e capitalista circostante. La sua ricerca poetica è soggettiva (surrealismo) come è soggettiva la sua visione del mondo. Il surrealismo al quale la Ruggeri si ispira è la critica radicale alla razionalità cosciente, e la liberazione delle potenzialità immaginative dell’inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo “oltre” la realtà (“sur-realtà”) in cui veglia e sogno sono entrambe presenti e si conciliano. Questa visione ha determinato una falsa interpretazione poetica della sua ricerca che è stata definita delirante da altri AA. In tale visione surrealistica di indagine poetica deve essere giudicata e valutata. Il suo vissuto esistenziali in una clinica psichiatrica in Spagna è stato sovrapposto alle sue difficoltà psichiatriche che erano presenti ma non tanto da giustificare la sua opera poetica in toto. Le sue difficoltà hanno influenzato fortemente l’opera dell’inferno minore in particolare il matto 2 o matto capovolto dove attraversa uno stato alterato di coscienza che Claudia Ruggeri chiama stato alchemico sviluppato dal suo vissuto di alterazione e confusione mentale. Infine la Ruggeri nella sua ricerca di Dio amava leggere molto la Bibbia ed in particolare il libro sapienziale; ne fu influenzata fortemente dalle simbologie e nei significati poetici/religiosi di alcuni versetti biblici come: Il libro del cantico dei cantici.
È il canto dell’amore e sull’amore che ci è pervenuto dalle profondità dei tempi della storia e che giace sepolto stratificato nel nostro inconscio collettivo. La Ruggeri si appassiona nella ricerca delle profondità della sua anima infelice alla ricerca di Dio. Questo è un amore esclusivo e profondo, che non lascia spazio all’infedeltà. La lotta che compie nella vita e che traspare fortemente nei testi è quella tra l’amore sacro e l’amore profano che si identifica e che cerca invano metaforicamente nel sesso erotico. Per superare tale conflittualità si rifugia nei testi della bibbia volgendo un urlo simbolico a Dio… lo stesso che rivolse Cristo prima di spirare sulla croce.